Lini e antiche tele
Monte di Procida si racconta anche attraverso l’antichissima arte dei filati e tele di lino, arte questa già praticata nell’isola di Procida. Nella zona di Montegrillo, ben presto, i primi abitanti di Monte di Procida, iniziarono una vera e propria coltivazione della pianta di lino come le testimonianze orali ci raccontano. La lavorazione di questi filamenti richiedeva vari passaggi, che portava alla matassa che veniva posizionata sull’arcolaio che la dipanava. Dalla matassa, dunque, si otteneva il gomitolo di lino che serviva a confezionare il corredo, grazie alle mani abili di alcune tessitrici del posto.
Lenzuola, federe, traverse, tovaglie ed asciugamani impreziositi con ricami ad uncinetto o intaglio, erano realizzate e donate alle future spose. Da non dimenticare le camicie da notte in lino, lunghe sino al polpaccio, scollate e talvolta a maniche corte.
Quasi sempre erano ricamate a mano. La donna montese indossava il matinee, una camicia dalle linee decisamente morbide, rigorosamente di mussola o cotone, con maniche lunghe, con ampio scollo, chiuse sul davanti con bottoncini, talvolta impreziosita da ricami, pizzi e merletti. I mutandoni, anch’essi di tessuto di mussola e cotone, lunghi fino al ginocchio semplicemente stretti in vita da nastri e fettucce, di linea semplice e ampia, costituivano l’intimo della donna montese. Il matinee veniva indossato la sera dopo essersi liberati dagli indumenti giornalieri.